Il tempo porta consiglio

16 marzo 2009 di D.

Su alcune questioni relative al tempo in musica e ai fattori che comportano la sua scelta.

Nel suo libro “La musica sveglia il tempo”, Daniel Barenboim interpreta a modo suo la celebre frase di Wagner [Ueber das Dirigiren, 1869: riporto sotto la traduzione inglese perché più accessibile] sul movimento in musica inscindibile dal melos per fissare una gerarchia in cui il tempo risulta essere solo una conseguenza dell’interpretazione già compiuta.

Wagner dice: “THE RIGHT COMPREHENSION OF THE MELOS [non "Melody"!!] IS THE SOLE GUIDE TO THE RIGHT TEMPO [in realtà lui parla di "Bewegung" cioè di "movimento", non di "tempo"]; these two things are inseparable: the one implies and qualifies the other. As a proof of my assertion that the majority of performances of instrumental music with us are faulty it is sufficient to point out that OUR CONDUCTORS SO FREQUENTLY FAIL TO FIND THE TRUE TEMPO BECAUSE THEY ARE IGNORANT OF SINGING”.

Wagner dice un sacco di verità (a volte a modo suo…).

Cercare di mettere in bocca a Wagner gerarchie che lui non ha mai sostenuto ha forse solo una finalità apologetica per le innumerevoli porcherie con cui lo stesso Barenboim ha cosparso molte sue ottime esecuzioni.

Asserire che ci sia “UNA” interpretazione, e che questa si possa raggiungere anche senza tener conto di tutte le variabili che la possono definire (tra cui c’è sicuramente anche il tempo) mi sembra una banalizzazione brutale.

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