Lutoslawski, Trauermusik: appunti per lo studio.
7 ottobre 2010 di D.Alcuni appunti per lo studio della Trauermusik per orchestra d’archi (funeral music, Musique funèbre, titolo originale Muzyka żałobna) del 1954-1958 di Witold Lutosławski.
Questo articolo è rivolto a direttori e orchestrali che si preparano all’esecuzione di questo brano, ha lo scopo di agevolarne lo studio e non ha alcuna pretesa estetica o filosofica.
Edizioni
Il brano, dedicato alla memoria di Bela Bartòk, edito nel 1958 dalla Polskie Wydawnictwo Muzyczne di Cracovia, è stato passato alla SESAC inc. Di New York ed è distribuito in Europa dalla Schott.
Forma, tempo e durata
E’ articolato in quattro episodi (Prolog, Metamorphosen, Apogaeum, Epilog) della durata (secondo il tempo indicato dall’autore) rispettivamente di 2’58”, 3’57”, 25”, 2’55′, quindi in totale 10’15”.
L’autore propone la stessa pulsazione metronomica per l’intero brano (1/2= 88).
Però riporta in partitura una durata di 13′ e 30”, il che fa supporre che il tempo d’esecuzione pensato fosse più lento dell’indicazione metronomica data.
Il punto tecnicamente più difficile è alle battute (qui sarebbe 1/4= 176).
Si può decidere guardando questo punto se tenere il tempo a 88 per l’intero brano o se abbassarlo: molte incisioni tengono come metronomo 72.
Personalmente sconsiglio di variare il tempo durante il brano.
Le battute sono numerate da inizio a fine (in totale 305) ed hanno metro variabile: in prevalenza 3/2, 5/2, 3/4.
La divisione del 5 è prevalentemente 2+3: personalmente ritengo conveniente l’utilizzo del 2+3 per tutto il brano.
Organico
L’organico previsto è:
- 6-8 violini primi
- 6-8 violini secondi
- 6-8 violini terzi
- 6-8 violini quarti
- 4-6 viole prime
- 4-6 viole seconde
- 4-6 violoncelli primi
- 4-6 violoncelli secondi
- 3-5 contrabbassi primi
- 3-5 contrabbassi secondi.
Ciascuna sezione ha anche degli “a solo”.
Non sono previste altre suddivisioni all’interno delle voci, tranne una “gradazione” alle battute 6-21 e, a specchio, 270-288, dove sono previsti tre strumenti per ogni voce come passaggo intermedio dal solo al tutti.
I passaggi a note doppie non prevedono il “divisi”.
Quindi, se si accetta di rinunciare alla gradazione di cui sopra, l’intero brano è eseguibile anche con 20 esecutori (10 rinunciando all’alternanza solo-tutti).
Alcune considerazioni tecniche.
Elementi da tenere in considerazione e che influenzano pesantemente la qualità dell’esecuzione:
- sincronia dei cambi nelle note lunghe
- articolazioni
- intonazione e bilanciamento dei volumi (cioè “il suono dell’orchestra”).
Materiale “Tematico”.
(Questo paragrafo NON è un’inutile digressione teorica, bensì la chiave per costruire un buon suono orchestrale in questo brano).
Gran parte del pezzo (o forse tutto, ma questa sarebbe solo un’inutile curiosità musicologica e quindi non mi interessa) è basato su una serie dodecafonica formata da 6 salti ascendenti di quarta, ciascuno seguito da un semitono discendente.
Questo fatto ha le seguenti conseguenze:
- La serie è equivalente a se stessa ogni due note (cioè, il “tema” potrebbe ripartire da una qualsiasi nota senza alterare la serie).
- La naturale prosecuzione della serie è al tritono
- Tutte le voci che iniziano “in fase”, cioè a distanza di un numero pari di note (o, il che è equivalente, a distanza di un numero dispari con trasposizione al tritono) si trovano ad avere con l’antecedente intervalli di quinta, nona ecc. o loro rivolti.
Alla serie è spesso applicata la seguente talea (cioè “regola ritmica”: ho preso il termine in prestito dal mottetto isoritmico del ’300 perché mi sembra efficace: 2 minime, semibreve puntata, 2 minime, semibreve puntata, 3 minime, 2 minime, semibreve puntata, coda di 2 minime, minima, due minime. (Con la virgola ho indicato i gruppi di legature).
Il fatto che le note lunghe della talea durino 3 minime (numero dispari) fa sì che la relazione di quinta, nona ecc. delle voci “in fase” venga sporcata al massimo da una nota.
Riassunto ed appunti per ciascuna sezione.
L’incipit delle quattro sezioni si trova alle battute 1, 59, 234, 246.
1) Prolog
Tutte le entrate sono “in fase” (cioè al tritono se a distanza di una minima, all’ottava se a distanza di due minime) e nella versione con talea.
Le entrate seguono un crescendo dinamico, di numero di esecutori e di numero di voci e si trovano alle battute 1, 6, 11, 16, 21, 26.
A battuta 30 c’ un ponte dove si gioca sul tritono (incipit della serie), a battuta 33 8 entrate in fase senza talea.
Idem a 37 e 41 e 45.
2) Metamorphosen.
Una fraseologia rudimentale utile per le prove può essere (utilizzo la gerarchia dal basso , ; . ):
59, 65; 72, 75, 77; 80.
84; 90, 95; 100, 106, 110.
113, 117, 119; 122, 126; 129, 133, 137;
141, 145, 147, 150; 153, 158, 162, 165.
167, 171, 175, 178, 180; 183, 186; 188.
194, 197; 201; 205, 209; 213; 215; 222, 226, 229, 231.
3) Apogaeum
Questo episodio presenta in ogni passaggio il totale cromatico, che converge velocemente a batt 244 e 245 all’unisono di batt 246.
Analizzando la disposizione delle note è facile capire quali strumenti provare separatamente per costruire un ottimo suono dell’orchestra:
(Segno gli strumenti sempre dal basso)
Battuta 234: Ctb2-Vlc2 Sol+, Vlc1- Vla1 fa-7; Vn4-Vn2 fa#-7, vn1 isolato.
Battuta 236: scala cromatica da si2 a sib3 (sta alle capacità del direttore decidere se bilanciarlo come scala cromatica, come due esatoniche sovrapposte o come tre settime diminuite sovrapposte).
Battuta 239: Ctb2-Vlc2 La+, Vlc1- Vla2 sol-7; Vla1-Vn2 sol#-7, vn1 isolato.
Battuta 240 (e, sfruttando la simmetria degli ccordi, anche le battute seguenti): Ctb2-Vlc1 fa7dim, Vla2- Vla1 do#7dim; Vn4-Vn1 la7dim.
4) Epilog
Materiale identico al Prolog, disposto più o meno specularmente.
Per approfondimenti, consigli, prove o consulenze non esitate a contattarmi!
davide
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