Il metronomo difettoso di Beethoven?
30 settembre 2010 di D.Alcune notizie sul metronomo di Beethoven che possono interessare gli esecutori alla ricerca di un “tempo di esecuzione ideale” per le sue opere e in generale per le composizioni di inizio ’800.
Questo articolo conclude quanto iniziato nell’articolo Tempo d’esecuzione in Beethoven.
Quando si è alle prese con le indicazioni metronomiche di Beethoven (ma lo stesso problema si pone ad esempio anche per Czerny e in generale per la gran parte degli autori dell’800) uno dei dubbi che vengono è che il metronomo di allora potesse essere soggetto a difetti che ne alteravano la precisione.
La domanda è cioè: quando il metronomo era impostato a 60, batteva veramente 60 colpi regolari al minuto?
La risposta è “sì”: le variazioni possibili erano esattamente uguali a quelle di un moderno metronomo meccanico (forse solo un po’ più accentuate agli estremi della scala dei tempi).
Peter Stadlen (autore di “Beethoven und das Metronom“, saggio fondamentale sull’argomento assieme all’articolo di Herbert Seifert, „Beethovens Metronomisierungen und die Praxis“, Beethoven-Kolloquium, Kassel 1977) cercò per anni nei negozi di antiquariato il metronomo originale di Beethoven, nella convinzione che il pesetto regolatore fosse difettoso e di conseguenza anche la velocità del metronomo. Riuscì a trovare il metronomo, ma senza il pesetto.
Riporto qui l’abstract di un articolo trovato in rete che fissa secondo parametri scientifici la “devianza possibile” di un metronomo dovuta ad usura o attriti:
A note on Beethoven’s metronome (L. Talbota)
[Department of Mechanical Engineering, University of California, Berkeley, California 94720, U.S.A. Received 12 January 1971. Available online 25 July 2003].
Abstract
An analysis is made of the amount that a metronome can be slowed by friction before its motion becomes unacceptably irregular. The study was prompted by the fact that many of the metronome marks given by Beethoven for his music are considered to be too fast, and the question arises as to whether this could have been due to frictional retardation of his metronome, causing the musician to have set his instrument at higher-than-desired frequencies. It is concluded that frictional effects conceivably could produce about a 10% reduction in frequency, but this amount is insufficient to explain all of the metronome marks in question.
Quindi una devianza possibile del 10%.
A mio parere sulla questione metronomica è ancora preponderante l’aspetto “psicologico” dell’autore.
Riporto alcune riflessioni sparse per corroborare la mia tesi personale.
1) Quando fu chiesto al celebre direttore Wilhelm Furtwaengler se un brano dovesse mantenere lo stesso tempo dall’inizio alla fine egli rispose “Assolutamente sì” [Fonte?]. Basta ascoltare una qualsiasi delle sue esecuzioni per sentire variazioni del 30-40% nei tempi all’interno di uno stesso movimento. Sono convinto che nell’800 fosse questa la normalità: le cronache dell’epoca sono piene di opinioni contrastanti, dal Mendelssohn troppo frenetico secondo Berlioz ma piacevolmente vivace per altri, alle strabilianti “agilità” di Hummel che per altri diventavano “nauseabonde oscillazioni”.
2) L’idea del tempo di allora era ancora un’idea di “media del tempo”: Ph. E. Bach parlava delle velocità d’esecuzione dando le durate dei brani, senza porsi troppi problemi di che cosa accadesse all’interno di questa durata. Quindi secondo me non dobbiamo pensare a un Beethoven che esegue tutta l’opera assieme al metronomo come saremmo portati a fare noi oggi, ma piuttosto ad un Beethoven che ascolta il metronomo e cerca di capire se il “carattere” di quel tempo va bene per l’opera in questione.
Per concludere, la mia idea personale è che Beethoven abbia dato dei tempi approssimativi (diciamo di un 20%, non certo del 50% come voleva Talsmas!) e “di media”. La sua preoccupazione, trattandosi di musica difficile e ai limiti delle possibilità di esecuzione dell’epoca era di evitare che i tempi rapidi fossero troppo lenti ed i lenti troppo rapidi. (Bach risolveva il problema specificando nel titolo che non si trattava di musica per dilettanti)
Tradotto: nei tempi rapidi non mi faccio problemi a togliere un 10%, nei tempi lenti non mi faccio problemi ad aggiungerlo.
Categorie: Articoli di Prassi esecutiva 2 Comments »
Ho sempre sostenuto l’autenticità dei tempi ed il buon funzionamento del metronomo di Ludwig.
Certo, uno scarto del 10% su uno scherzo come quello della 3^ sinfonia non è una differenza da poco.
Comunque rimango dell’idea che le velocità dei tempi scritti vada rispettata anche se può sembrare folle come l’ultimo tempo della 8^ sinfonia.
C’è sempre modo di eseguirla.
Per carità, non ho detto che tolgo il 10% a tutti gli allegri!
Per lo scherzo della Terza personalmente ritengo buoni i tempi tra 104 e 116, a seconda dell’organico, degli esecutori e dell’acustica.