Cornelius: ‘Seele, vergiss sie nicht (Requiem)’, analisi e testo.
11 giugno 2009 di D.Testo, traduzione e breve guida allo studio del brano di Peter Cornelius (1824-1874) ‘Seele, vergiss sie nicht’.
Il brano ‘Seele, vergiss sie nicht (Requiem)’, composto da Cornelius su testo dell’amico Hebbel nel 1863 in occasione della morte dello stesso Hebbel (rielaborato poi nel 1870 e nel 1872), rappresenta sicuramente una delle vette musicali corali del Romanticismo tedesco.
Le difficoltà tecniche del brano, soprattutto sul piano armonico, e la scarsa notorietà al giorno d’oggi dell’eclettico Cornelius, fanno sì che questo capolavoro sia ancora sconosciuto ai più.
Testo:
Requiem
(Friedrich Hebbel)
Seele, vergiß sie nicht,
Seele, vergiß nicht die Toten!
Sieh, sie umschweben dich,
Schauernd, verlassen,
Und in den heiligen Gluten,
Die den Armen die Liebe schürt,
Atmen sie auf und erwarmen,
Und genießen zum letzten Mal
Ihr verglimmendes Leben.
Seele, vergiß sie nicht,
Seele, vergiß nicht die Toten!
Sieh, sie umschweben dich,
Schauernd, verlassen,
Und wenn du dich erkältend
Ihnen verschließest, erstarren sie
Bis hinein in das Tiefste.
Dann ergreift sie der Sturm der Nacht,
Dem sie, zusammengekrampft in sich,
Trotzten im Schoße der Liebe,
Und er jagt sie mit Ungestüm
Durch die unendliche Wüste hin,
Wo nicht Leben mehr ist, nur Kampf
Losgelassener Kräfte
Um erneuertes Sein!
Seele, vergiß sie nicht,
Seele, vergiß nicht die Toten!
Traduzione (Davide Lorenzato 2007):
‘Anima, non dimenticarli!
Anima, non dimenticare i morti!
Ecco, aleggiano intorno a te,
tremanti ed abbandonati;
e nelle braci fatue,
alimentate dall’amore per i miseri,
li vedi sospirare e scaldarsi,
e godere per l’ultima volta
della loro vita spegnentesi.
Anima, non dimenticarli!
Anima, non dimenticare i morti!
E quando tu ti chiudi a loro,
essi si irrigidiscono fin nel profondo;
e la tempesta della notte,
a cui essi si oppongono nel grembo dell’amore, li afferra, pietrificati;
e li caccia con violenza nel deserto infinito dove non c’è più vita,
solo conflitto di forze esauste
per il raggiungimento di un nuovo essere!
Anima, non dimenticarli!
Anima, non dimenticare i morti!’ (F.Hebbel, 1813-1863).
Guida allo studio, fraseologia, tempo d’esecuzione.
Il brano dura circa sette minuti ed è edito dalla Carus, che riprende la prima edizione della Breitkopf & Haertel [In questo articolo considero come unica fonte questa edizione: non sono ancora riuscito a trovare altre edizioni o manoscritti per un confronto]. Una buona registrazione è quella del 2003 del Kammerchor Saarbruecken.
Il tempo d’impianto è Maessig Langsam (moderatamente lento). [Personalmente propongo 1/4=60 o anche meno, se il coro lo permette]
Il cambiamento di scrittura a battuta 51 potrebbe suggerire un cambiamento di tempo. [Personalmente propongo 1/4=90]
A 72 si trova un Bewegter (più mosso) [Personalmente propongo 1/4=120]
A 104 troviamo un Maessig Bewegt (moderatamente mosso): Cornelius sembra quindi indicare per la ripresa un tempo diverso rispetto all’inizio del brano. [Personalmente propongo 1/4=72]
Fraseologia:
Ciascuna lettera minuscola si riferisce ad un materiale tematico e armonico ben preciso. Le lettere maiuscole indicano gli episodi principali del brano. Frasi ed incisi sono facilmente riconoscibili.
A:
- batt.1: Seele, a
- batt. 14: Sieh, b
- batt. 21: Atmen, c
- batt. 33: Seele, a
B:
- batt. 51: Und wenn, d
- batt. 72: Dann ergreift, e
- batt. 86: Und er jagt, d (il “losgelassene” è un’elaborazione della coda di d)
C:
- batt. 104: Seele, a (maggiore)
Consigli per lo studio:
Conviene iniziare lo studio della partitura dalla parte C, dove si trova il materiale tematico principale con modulazioni ed armonie relativamente semplici. Prima di passare allo studio delle varie sezioni conviene digerire bene tutto il materiale tematico alla base degli episodi a,b,c,d,e.
Le parti difficili a causa della complessità armonica e delle repentine modulazioni sono:
- 75-87
- 86-99
- 99-104
Le peculiarità dell’armonia, delle modulazioni e delle loro relazioni col testo di questo brano saranno oggetto del seminario “capolavori per coro del Romanticismo tedesco”.
Come breve anticipazione, tre sono i fattori che rendono poco immediata la comprensione ed interpretazione di questo brano:
- L’uso costante e destabilizzante delle modulazioni per terza
- L’uso equivalente dei ritardi 9b-8 e 6b-5
- I terzi e quarti rivolti talvolta in presenza di ritardi tripli e quadrupli.
Ascolti consigliati.
Per familiarizzare con la complessità armonica di questo brano consiglio l’ascolto del brano (di complessità armonica equivalente) “Verklaerte Nacht” Op. 4 di Arnold Schoenberg (del 1899, quindi di 36 anni posteriore).
Suggestivo può essere inoltre l’ascolto del “Requiem nach Hebbel” Op. 144 per contralto, coro e orchestra di Max Reger, del 1915, ispirato allo stesso testo di Hebbel e dedicato ai caduti di guerra.
[Altre trasposizioni in musica del testo di Hebbel si trovano ancora in Reger, op. 83,10 per coro maschile, dedicato nel 1912 al Liedertafel di Basilea e nel Requiem nach Hebbel, Op. 52 del 1873-1891 di Heinrich Thieriot. Non conosco altre versioni musicali se non, per gli amanti del metal, l’album Urworte del 2003 dei Leichenwetter].
Per farsi un’idea “delle note” del brano (non della sua pronuncia, nè del suo fraseggio, tanto meno della sua comprensione armonica), ecco qui sotto un video da youtube.
L’atonalità intorno a 4.45 non è prevista dalla partitura: è solo uno dei tanti indizi della mancata “coprensione” del brano da parte di coro e direttore. La preparazione tecnica di entrambi mostra che non basta la tecnica a capire la musica: anzi, talvolta la tecnica rende pigri nell’apprezzare il valore di ciò che si esegue.
Davide Lorenzato.
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