Il canto nel Barocco.

19 maggio 2009 di D.

Brevi consigli bibliografici riguardo la tecnica, la prassi e la didattica vocale nei secoli scorsi.
Non è facile costruirsi uno schema esaustivo delle fonti, trattatistiche e non, riguardo la tecnica vocale nei secoli scorsi.
Si trovano tonnellate di citazioni monche, filtrate e liberamente (per non dire oscenamente) interpretate per dimostrare tesi prese a priori per buone.
Mi ricorda un po’ quando, nel lontano 2003 al conservatorio di Bologna, Ginevra provò a convincermi con una improbabile catena di tautologie fittizie che la sua tecnica scassavoce di stampo coproverista è l’unica giusta e possibile per tutto il repertorio vocale dall’antica Grecia ai giorni nostri.

Quando si leggono trattati di altre epoche, bisogna sempre accertarsi che i termini usati abbiano lo stesso significato che noi attribuiamo loro oggi. A volte basta consultare gli antichi Lexica musicali per evitare granchi enormi: granche da cui non sono esenti ahimè tanti metodi e trattati contemporanei. Una rapida scorsa degli articoli di prassi esecutiva di questo sito può mettere sufficientemente in guardia.

Una buona antologia per il canto operistico e non solo mi sembra quella di Michel Verschaeve (con prefazione di Gustav Leonhardt) “Le traité de chant et mise en scène baroques”, ed Zurfluh 1997 (269 pagine).

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