La pronuncia del latino
3 ottobre 2008 di D.Nel repertorio corale e vocale esistono le seguenti tradizioni di pronuncia del latino:
- La pronuncia ‘italiana’ (ossia la vaticana), adottata spesso anche dai cori esteri e d’obbligo nel repertorio italiano.
- La pronuncia tedesca (condivisa anche da tutti i paesi slavi e di lingua germanica esclusa l’Inghilterra)
- La pronuncia inglese
- La pronuncia francese
- La pronuncia classica (richiesta esplicitamente da alcuni compositori del ’900)
Per inciso, “la pronuncia del latino” è un concetto relativo e varia a seconda del paese in cui ci si trova.
Rientrano ahimè nella pronuncia italiana anche le varie inflessioni regionali come quella dei trentini quando cantano un “Shantush”.
Colore di vocali e dittonghi e consonanti sono fattori musicali importanti, al pari di numero e tipologia di voci e strumenti.
Le pronunce del latino e delle lingue in generale dovrebbero rientrare nel campo di ricerca di chi vuole approfondire la filologia musicale e lo studio della prassi esecutiva.
Visto che finalmente sono finiti i tempi in cui si traducevano le opere di Riccardo Wagner in italiano e quelle di Tschiuseppe Ferdi in tedesco (gli inglesi si adegueranno fra qualche secolo, temo), sarebbe ora di cominciare a vedere la musica come qualcosa di più che un insieme di note.
L’unico libro dettagliato che ho trovato e letto fino ad ora a riguardo è: “Vera U. G. Scherr: Handbuch der lateinischen Aussprache (Ed. Baerenreiter, 1989)”.
Ovviamente, finché cantiamo indifferentemente “t’amerò” o “Stènbaimì”, il problema non si pone…
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