Bach: Motetto “Fuerchte Dich nicht” BWV228, Analisi
15 agosto 2008 di D.Inizio con questo articolo una serie di analisi di composizioni bachiane che interesserà nei prossimi giorni i mottetti BWV225-229.
Si tratta di un piccolo assaggio del materiale di studio che ho preparato per i partecipanti ai seminari su Bach che tengo abitualmente in Italia.
L’idea che sta alla base di queste dispense è che la comprensione di un brano ne facilita molto l’apprendimento sia per musicisti dilettanti che per i professionisti e ne allarga l’orizzonte interpretativo: il pregiudizio che spesso fa sembrare Bach un autore ‘complicato’ o ‘difficile’ si basa solo sull’aretratezza dei mezzi analitici e didattici di cui solitamente si dispone.
Il tono a volte conviviale delle dispense rispecchia quello dei seminari. Per informazioni sui seminari e sul materiale completo scrivere a info@davidelorenzato.it
Bach BWV228, Fuerchte Dich Nicht.
(Qui trovate la partitura se la volete consultare durante la lettura).
Composto probabilmente a Lipsia: il coro di Lipsia era composto da una ventina di mocciosi tra i 10 ed i 18 anni a cui Bach insegnava latino per cinque ore in settimana e con cui provava due ore in settimana. Il periodo di tempo in cui si preparavano tali brani (e le cantate in genere) era otto giorni: due prove e l’esecuzione pubblica.
TESTO E TRADUZIONE
(Così quando lo leggete a voce alta per essere sicuri di eliminare le difficoltà legate al testo non dovete continuamente cercare nella partitura dove sono le frasi. La parte in neretto è cantata solo dai soprani)
FONTI: Isaia 41,10 e 43,1, Paul Gerhardt corale “Warum sollte ich mich denn graemen”, strofe 11 e 12 (1653)
Fürchte dich nicht, ich bin bei dir;
weiche nicht, denn ich bin dein Gott! Ich stärke dich, ich helfe dir auch, ich erhalte dich durch die rechte Hand meiner Gerechtigkeit. Fürchte dich nicht, denn ich habe dich erlöset, ich habe dich bei deinem Namen gerufen, du bist mein! |
Non temere perché sono con te;
non ti smarrire perché sono il tuo Dio! Io ti fortifico, ti soccorro, ti sostengo con la destra della mia giustizia. Non temere perché ti ho riscattato e ti ho chiamato per nome. Tu sei mio! |
Herr, mein Hirt, Brunn aller Freuden,
Du bist mein, ich bin dein, Niemand kann uns scheiden. Ich bin dein, weil du dein Leben Und dein Blut mir zugut In den Tod gegeben. Du bist mein, weil ich dich fasse, Und dich nicht, o mein Licht, Aus dem Herzen lasse. Laß mich, lass mich hingelangen, Da du mich und ich dich Lieblich werd umfangen. |
Signore, mio pastore, fonte di ogni gioia,
tu sei mio, io sono tuo, nessuno può separarci. Io sono tuo perché tu mi hai donato la tua vita e il tuo sangue con la morte. Tu sei mio perché ti stringo, mia luce, e non ti lascio uscire dal mio cuore. Fa’ che mi accada che io e te riusciamo ad abbracciarti affettuosamente! |
TEMPO D’ESECUZIONE
Il tempo ideale per mettere in luce la struttura (sempre in due mezzi) della composizione è secondo me 1/4=108.
Ritengo che la parte iniziale e la fuga debbano mantenere lo stesso tempo.
Un limite inferiore alla velocità è dato dalla sostenibilità vocale della fuga.
Un limite superiore è dato dall’eseguibilità delle colorature in sedicesimi.
Molti direttori preferiscono eseguire lentamente la prima parte (66-69) per poi accelerare la fuga (a 90-100) e rallentare nuovamente nella cadenza finale: non c’è nessun buon motivo a sostegno di tali scelte, ce n’è qualcuno contrario.
ANALISI
Il mottetto (154 battute) è diviso in due parti di 77 battute ciascuna: la prima a doppio coro, su testo del profeta Isaia41,10; la seconda è una fuga a tre voci (B,A,T, sul versetto di Isaia43,1) sopra la quale i soprani cantano due strofe del corale di Gerhardt. Nelle ultime 4 battute viene ripresa la scrittura a doppio coro iniziale.
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Prima parte: Batt 1-77
Le frasi (corrispondenti ciascuna ad un verso del testo) sono:
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batt 1-10: botta-risposta stretta. La scrittura è praticamente a 4 voci (solo i ‘bei dir’ sono a 8). L’armonia è molto semplice; i bassi cantano spesso la stessa parte; anche per le altre voci la miglior guida per riprendere la nota è la voce corrispondente dell’altro coro. La frase è semplice: conviene però impararla isolatamente perché la seconda frase richiede più attenzione.
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Batt 10-28: sempre botta risposta (quindi a 4 voci) ma di durata variabile. La scrittura si fa più articolata all’interno di ciascun coro (non più completamente omoritmico); anche l’armonia diventa più complessa (soprattutto in 18-23).
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Batt 29-35: Con lo stile dei concerti strumentali, a movimenti solistici ‘virtuosistici’ affidati a una singola voce rispondono degli accordi massicci a otto voci, la cui sequenza (Do#7, Fa#7,Si7(poi9), Sol#7) serve a preparare la tonalità della frase seguente, do# minore. Importante per ogni voce capire che nota (1,3,5,7 o9) ha in ciascuno degli accordi.
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Batt 35-59: la scrittura si semplifica per preparare la sberlona che bach ci darà a 60-66 e peggio ancora 67-72.
35-40 il coro 1 propone una frase semplice che il coro 2 ripete identica a 40-44 (quindi si può studiare assieme o preascoltare-ripetere sulla base). Il fatto che quando ciascuna voce canta ‘halt’ della parola ‘erhalten’ (tenere) tenga una nota lunga è sicuramente solo un caso, visto che Bach era un tipo distratto e aveva qualche difficoltà a scrivere a quattro voci .
44-48, stesso materiale di 35-44. Con un gioco simile a batt29, alla chiamata di due voci del coro1 rispondono tutti con due poderosi accordi (ich helfe dir auch) con piccola coda del coro 1. Il coro 2 ripete la stessa frase (identica a parte la prima battuta di raccordo: vale comunque la pena studiarla coi due cori assieme) a 49-53.
53-59 stesso materiale di 35: la scrittura è molto semplice, botta e risposta a 4 voci. Questa parte ha la funzione di coda della frase 35-59. I bassi primi cominciano da battuta 56 a scaldarsi per la cavalcata di 60-61.
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59-72: 4battute e mezzo di virtuosismo del coro 1, altrettante del coro 2, cinque e mezzo dei due cori uniti e del compositore. I blocchi 59-63 e 63-67 meritano uno studio particolare, soprattutto per i bassi. Capire dove ciascun blocco va armonicamente (Re magg-si min il primo, si min-la magg il secondo, la magg-do#min il terzo) aiuterà molto.
Il blocco 67-72 è il più complesso di tutto il brano dal punto di vista compositivo: contrappunto rigoroso a 8 voci. Vale la pena studiarlo con calma. E si scoprirà che a confronto Lotti sembra Bepi De Marzi.
Curiosità: provate a mettere in sequenza le prime quattro note di ciascuna nuova entrata in batt67-69.
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73-76: Botta e risposta coro-tutti (come a batt 1 e 35); a 76 i bassi si uniscono dando l’esempio a tutte le voci da 78 in poi. Il raccordo funziona stupendamente perché l’inizio del testo del prossimo versetto è lo stesso del primo versetto. La sigletta ‘fuerchte dich nicht’ compare quindi all’inizio, a metà (batt 72-77) ed alla fine.
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Seconda parte, batt77-fine.
Ti piacerebbe scoprire che invece di imparare una fugona di 77 battute devi solo memorizzare tre elementi di quattro note ciascuno e cantarli a partire da solo quattro note? Allora vieni a uno dei miei seminari a Trento o invitami a farne uno per il tuo coro! Ti racconterò un po’ di cazzabubbole su Athanasius Kircher e la sua Tabula Mirifica, sulle figure retoriche in Bach, sui suoi procedimenti compositivi, sulla prassi esecutiva dell’epoca e ti dimostrerò che questo repertorio è veramente eseguibile anche da un coro amatoriale senza troppo sforzo!
A domani con ‘Jesu meine Freude’.
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